giovedì 5 luglio 2012

Workshop Giardino dei Giusti


WORKSHOP INTERNAZIONALE DI PROGETTAZIONE PAESAGGISTICA

PER RIPENSARE IL GIARDINO DEI GIUSTI DI MILANO

Il Giardino dei Giusti di tutto il Mondo a Milano esiste dal 2003, alle pendici della collina del Monte Stella, il parco costruito nel dopoguerra da Pietro Bottoni utilizzando le macerie dei bombardamenti. Oggi ospita 22 alberi, dedicati a donne e uomini che hanno saputo opporsi ai genocidi e ai totalitarismi.
Foto di Gariwo
Foto di Gariwo

Dal 2008 è gestito dall'Associazione per il Giardino dei Giusti, formata dal Comune di Milano, dall'Unione delle Comunità ebraiche e da Gariwo, la foresta dei Giusti. Oggi  si sente la necessità di trasformare il Giardino in uno spazio di maggiore importanza architettonica e paesaggistica.

Ora 30 giovani architetti sono chiamati a una sfida affascinante: ripensare lo spazio del Giardino dei Giusti di tutto il mondo a Milano, sul Monte Stella, partecipando ad un workshop internazionale.

Modalità di partecipazione
Il workshop prevede la partecipazione di trenta progettisti, studenti, laureandi e neolaureati in architettura, architettura del paesaggio e industrial design, ed è aperto a candidati di qualunque nazionalità e provenienza. - Il workshop si svolge dal 13 al 21 settembre 2012 negli spazi della scuola di Architettura e società.
Le lingue ufficiali sono l’italiano e l’inglese.
- Chi intende partecipare al workshop deve inviare un curriculum dettagliato a: giardinodeigiusti@gmail.com, entro il 10 luglio 2012.
- La selezione avviene in base al curriculum, La lista degli ammessi sarà comunicata a tutti i candidati entro il 15 luglio 2012.
- La partecipazione è gratuita, con un contributo di 30 euro per spese di segreteria.

Comitato scientifico

Lorenzo Consalez (Scuola di Architettura e società, dip. Diap)
Gabriele Nissim (scrittore, presidente Gariwo)
Alessandro Rocca (Scuola di Architettura e società, dip. Diap)
Gianni Scudo (vicepreside Scuola di Architettura e società, dip. Best)
Stefano Valabrega (architetto, Gariwo)

Open Lecture
Francesco Bonami (critico d’arte, Milano – New York)
Neil Porter (Gustafson Porter Landscape Archtecture, Londra)
Gabriele Nissim (scrittore, presidente Gariwo)
Vittorio Emanuele Parsi (Università Cattolica del Sacro Cuore, Milano)

Visiting Professor
Marco Bay (architetto del paesaggio)
Davide Dong Sub Bertin (Yellow Office)
Giancarlo Floridi (Politecnico di Milano)
Antonio Perazzi (architetto del paesaggio)

Docenti 
Lorenzo Consalez (Politecnico di Milano)
Alessandro Rocca (Politecnico di Milano)
Antonio Ferrante (agronomo, Università Statale di Milano)
Stefano Laffi (sociologo, Università della Bicocca)

Coordinamento
Maria Feller (mari907@hotmail.com)
Giancarlo Zambù (uni.gianca@googlemail.com)
Efisia Cipolloni (vicepresidenza, Scuola di Architettura e società)
Tutor
Alessandro Altini, Ettore Bergamasco, Marta Geroldi, Camilla Vecchi


Locandina

martedì 8 maggio 2012

Nil28 al Fuorisalone2012- Le installazioni degli studenti di Costruire Naturale

di Giancarlo Zambù

Nella giornata del Fuorisalone di NIL28, le installazioni degli studenti del corso Costruire Naturale si sono rivelate protagoniste dell'evento attirrando su di se l'interesse degli abitanti del quartiere, di tutte le fasce di età. C'erano i bambini che si divertivano a colorare, con i gessetti, le scatole di cartone dell'installazione "Crea IL Tuo Quartiere"; c'erano diverse persone che si fermavano a chiedere informazioni sulla "Parete Naturale", circa i campioni di terreno catalogati per zona e livelli di acidità,  la selezione di piante in vaso e le "fotocopie" di fogliame di essenze prelevati in diversi luoghi del NIL28; c'erano persone che si divertivano a gridare a squarciagola all'interno del cubo dell'installazione "StressArt" e poi correvano all'esterno per rivedere il proprio urlo digitalizzato su di un monitor di un pc; c'erano persone, soprattutto bambini, che si mettevano in coda per dare luce alle piante in vaso messe sotto ad alcune lampade a LED colorate e per ricaricare il proprio smartphone pedalando in sella alle biciclette dell'Installazione "Human Electric Power" e, infine, c'erano persone coinvolte in discussioni di ogni genere all'angolo del rinfresco "Hai Sete? Parliamone" dove ogni drink o bibita veniva pagata in minuti di conversazione anche tra persone che non si erano mai viste prima.

I bimbi mentre creano il loro quartiere colorando





























Qui sopra un'immagine dell'installazione "Crea IL Tuo Quartiere" all'arrivo dei bambini nel primo pomeriggio. I bambini protagonisti hanno attirato la curiosità di molte persone creando intorno a loro una piccola folla di curiosi divertiti.

I bimbi nella fase "destroy"
L'installazione "Crea IL Tuo Quartiere" nella fase di distruzione alla fine della giornata. In un atto liberatorio e divertito i bambini si sono lanciati contro l'installazione demolendola.

la "parete naturale"
L'installazione "Parete Naturale" all'inizio del pomeriggio con i primi visitatori incuriositi dall'esposizione.

"stressArt" in fase di realizzazione
Il cubo "StressArt" in fase di montaggio.  Questo era l'oggetto più "architettonico" tra quelli realizzati e ha destato notevole interesse tra le persone.

Human Electric Power
Le bici dello "Human Electric Power" in funzione e il suo risultato. Le bici durante tutta la giornata non hanno mai smesso di produrre energia.

Una conversazione al "hai sete? parliamone"
Qui sopra un'immagine di una delle tante conversazione nate spontaneamente ma sponsorizzate dalla possibilità di pagare il bere con una chiaccherata tra amici.

giovedì 3 maggio 2012

Perché gli orti periurbani?

di Antonio Ferrante

Nel periodo bellico e post-bellico, negli anni ‘40-’50, gli orti si erano sviluppati tra le ferrovie, nelle piazze, tra i condomini, un po’ ovunque in città, pur di produrre ortaggi per soddisfare le esigenze della popolazione. Negli anni successivi, con la ripresa economica e l’espansione edilizia soprattutto nelle grandi città ha portato alla localizzazione degli orti in periferia. Gli orti da urbani sono diventati periurbani. Molti si sono sviluppati anche per soddisfare le esigenze delle popolazioni rurali che si sono trasferite dalle aree agricole nelle città (Zasada, 2011, doi). Nel nostro paese, ad esempio, negli anni ’70 a Torino sono stati creati circa 200 ha di orti periurbani per consentire agli operai immigrati una continuità ideale con le loro radici contadine. Ma gli attuali fruitori degli orti urbani sono spesso pensionati e impiegati, che investono il loro tempo libero nella produzione di ortaggi per l’autoconsumo. Purtroppo, molti di questi orticoltori per “hobby” non hanno conoscenze pratiche di coltivazione e alcuni anche se hanno origini contadine con il tempo hanno perso le poche basi agronomiche. Pertanto i concedenti (privati, comuni, associazioni, cooperative ecc.) degli orti dovrebbero mettere a disposizione un tecnico che possa fornire un minimo d’indicazioni pratiche per una corretta coltivazione e una produzione di qualità a basso impatto ambientale.

lunedì 23 aprile 2012

Fertilità urbana

Domenica 22 aprile, il laboratorio partecipa all'evento Fuorisalone di Nil28 con una serie di installazioni interattive realizzate dagli studenti.


martedì 3 aprile 2012

nil 28 fuorisalone - crea il tuo quartiere




by chiara ceresoli, leonardo citterio, giulia pagliara

nil 28 fuorisalone - stressArt




by gabriele rognoni, giacomo saviour, lorenzo villaggi

Con il benestare di:
non newtonian liquid

http://www.youtube.com/watch?v=Yw4qklgNIxI&feature=related




nil 28 fuorisalone - orti urbani verticali + energia in movimento

proposta #1



L’idea è quella di realizzare un orto verticale con materiali di riuso.
Sul web abbiamo trovato veri esempi con materiali più comuni, come ad esempio le bottiglie di
plastica e i pallet, e con altri meno comuni come vecchie grondaie.
Riteniamo che cercando
un po’ di materiali di riciclo e seguendo le guide trovate sul web, si possa
mostare facilmente alle persone del quartiere, in occasione dell’evento del 22 april, come costruire
il proprio orto verticale.
Questa esperienza unisce il
tema della FERTILITA’ a quello del RICICLO e se vogliamo, anche
dell’agricoltura a km 0
.


http://www.greenme.it/abitare/orto-e-giardino/669-come-realizzare-un-giardino-verticale-fai-da-te
http://blogeko.iljournal.it/2012/orto-verticale-sul-balcone-coltivare-linsalata-nelle-bottiglie-di-plastica/67368
http://www.greenme.it/abitare/orto-e-giardino/4786-orti-urba-

+

proposta #2



L’idea consiste nella creazione di uno spazio volto alla produzione di energia elettrica pulita (senza emissioni di CO2) per i piccoli usi quotidiani (caricare il cellulare, il lettore mp3, la fotocamera, il notebook, ecc.) attraverso l'energia cinetica prodotta dall'attività fisica.
L'idea unisce il concetto di fertilità come capacità di produrre un servizio utile, attraverso la partecipazione attiva dei cittadini.





L'energia elettrica prodotta dalle bicicletta può essere utilizzata anche per aiutare la crescita delle piante attraverso l'utilizzo di lampade all'infrarosso..

http://it.emcelettronica.com/allenati-e-ricarica-cellulare-con-dynaflex-dynamo
http://www.tecnologia-ambiente.it/energybike-pedalare-non-e-mai-stato-cosi-bello

by rosaria acquasanta, melania berti, francesca piraino, nora vitale

nil 28 fuorisalone - fertilità e riciclo



by guido belotti, luca bonanomi, alberto nicoli

nil 28 fuorisalone - fotocopie naturali



by
federico busnelli, sara mauri

nil 28 fuorisalone - crea il tuo spazio





by claudio gezzi, enrico miggiano, jacopo pieri

nil 28 fuorisalone - appendere i desideri



by federico agosti, marta bacuzzi, federico pasta

nil 28 fuorisalone - urban brain



by silvia galli, silvia pompameo

nil 28 fuorisalone - conosci il tuo quartiere? nil 28?



by
alvise barbuio, lorenzo boati

venerdì 24 febbraio 2012

NIL28 Urban Lab

Il laboratorio si pone l’obiettivo di sperimentare forme di progettazione low cost in grado di avviare processi di salvaguardia e di recupero di piccole aree urbane marginali.
A partire dalla riflessione svolta da Gilles Clément sul Terzo paesaggio, si ritiene che margini, scarti e terreni in abbandono possano assumere significati e usi imprevisti e nuovi, capaci di rispondere a esigenze che, nell’assetto urbano tradizionale, faticano a trovare risposte adeguate. Pensiamo ad abitanti di nuovo tipo, alle diverse forme di nomadismo, ma anche alle nuove necessità che ermergono tra gli abitanti tradizionali, dalla crescente diffusione dell’agricoltura urbana a scala familiare alla richiesta di nuovi luoghi di aggregazione e di nuove socialità.
Definito un ambito specifico all’interno della città di Milano, i gruppi di progettazione (max 3 persone) dovranno identificare un’area, in un ambito prefissato dai docenti, dove realizzare in scala 1:1 un intervento di dimensioni molto ridotte, un’architettura con giardino. Una costruzione di dimensioni e di costi minimi che sia però in grado di manifestare la presenza e la consistenza tecnica e concettuale di un pensiero progettuale compiuto.
Il corso sarà articolato attraverso una serie di lezioni preliminari che, calibrate rispetto all’attività di progetto, avranno lo scopo di informare e riflettere su esperienze analoghe o comunque utili, per i più diversi aspetti, al compito da svolgere. A questo scopo saranno organizzate attività di ricerca sia sugli aspetti fisici del territorio che su quelli sociali.

Approfondimento sociologico
Gli interventi sul territorio e sul paesaggio saranno accompagnati da indagini e inchieste sociologiche, da realizzare presso i residenti nelle aree di intervento, per studiare la rappresentazione diffusa dell’ambito territoriale di riferimento e le sue modalità di fruizione. In particolare, saranno indagati gli usi attuali e potenziali delle aree verdi, l'immaginario e le reazioni rispetto alla proposta di intervento. L'indagine sarà svolta attraverso interviste.

Approfondimento agronomico
Sarà composto da una parte teorica introduttiva e da una parte pratica, svolta nelle aree individuate. L’introduzione teorica riguarda l’evoluzione dell’agricoltura, del giardino e della vegetazione spontanea in ambito urbano. Le esercitazioni della parte pratica saranno mirate alla comprensione e al trattamento delle aree verdi interessate dal progetto.

Ambiti e fasi di studio e di intervento
L’ambito d’intervento prescelto è l’area denominata NIL 28, un “Nucleo di identità locale”, secondo la dizione del Pgt, del territorio urbano milanese situata in zona viale Umbria – viale Molise. Si tratta di un’area dove si alterna una vasta varietà di situazioni urbane e dove si è attivato un processo di partecipazione e di iniziative spontanee molto vivace, grazie anche all’attività dell’Associazione Culturale Distretto Creativo NIL28.
I progetti avviati dall’associazione sono aggiornati in tempo reale sul blog NIL28 ed è a partire dai materiali raccolti sul blog che gli studenti dovranno preparare la prima fase del loro lavoro.

Fase 1: datascape
La prima fase del lavoro riguarda un’attività di acquisizione e organizzazione dati.
Scelto un tema di indagine, il gruppo di lavoro procede ad acquisire le informazioni e a organizzarle in prodotto finito accessibile in formato digitale.
La scelta del tema, da concordare con i docenti, si può dirigere verso molti aspetti diversi. A titolo esemplificativo, temi come “il verde spontaneo nel terzo paesaggio”, “edifici e luoghi in abbandono”, “spazi pubblici degradati”, “percorsi urbani”, “nuove attività di interesse sociale”, “comfort urbano”.
Fase 2: programma
La seconda fase è dedicata a definire una possibile strategia di interventi tesi a implementare il datascape. Il programma deve essere consegnato come un prodotto finito accessibile in formato digitale.

Fase 3: concept
La terza fase riguarda il passaggio a una scala di intervento puntuale e realizzabile. Occore mettere a punto un concpet, un’idea corredata di elementi tecnici, che deve essere presentata come un prodotto finito accessibile in formato digitale.

Fase 4: costruzione
La quarta fase riguarda la realizzazione dal vero, in situ, dell’installazione progettata nel concept. Si prevede di realizzare microprogetti istantanei e temporanei che occupino una porzione di suolo pubblico (o di uso pubblico) di circa 4 metri quadri. Anche la fase realizzativa e l’installazione compiuta devono essere documentate e presentate come un prodotto finito accessibile in formato digitale.

Fase 5 (eventuale): tesi di laurea
Per la tesi, si prevede lo sviluppo individuale del progetto, con uno sviluppo specifico di una delle quattro fasi in cui è organizzato il lavoro di laboratorio.