mercoledì 4 maggio 2011

Archeortologia

Reportage 1
di Stefano Laffi

Abbiamo iniziato l'esperienza didattica dell'orto urbano e abbiamo capito una cosa. Dissodare è come fare uno scavo archeologico, quando è la prima volta e sei un po' al confine del campo, quando smuovi la terra scopri di tutto, pale e vanghe sbattono contro un universo di oggetti sotterranei e affiora l'Atlandide della periferia milanese. Chi c'era sotto di noi, ovvero che cosa era successo prima di noi?
A memoria, tralasciando i reperti più simili all'immondizia indistinguibile: un cartellino con la scritta peperoni gialli, diversi residui di plastica nera che fanno pensare ai vasi delle piantine appena comprate, un paio di fili verdi di plastica tipo stenditoio forse utilizzate per sostenere piante in crescita, alcuni cocci di vetro, tre lattine di cocacola ma soprattutto mattoni e sassi e fra questi il Sasso, un masso non ancora estratto del tutto e quindi non identificabile nella sua forma, ma certo più pesante di un uomo.
Insomma non proprio il paradiso perduto o le mitiche terre fertili del Nilo, ma non è più eroica e degna la natura in città, nella sua lotta per la vita?


Il Sasso, un masso non ancora estratto del tutto.

Nessun commento:

Posta un commento